Correlophus [ex Rhacodactylus] ciliatus – Scheda allevamento, suggerimenti e consigli. La guida completa

Correlophus [ex Rhacodactylus] ciliatus – Scheda allevamento, suggerimenti e consigli. La guida completa

Tassonomia :

Ordine: Squamata

Sottordine: Gekkota

Famiglia: Gekkonidae

Sottofamiglia: Diplodactylinae

Genere: Correlophus

Specie: ciliatus

Nomi Comuni: geco cigliato

Descrizione

Il geco ciliatus, insieme al geco leopardino è uno dei rettili più adatti per un neofita. Il ciliatus è un geco semi-arboricolo endemico della foresta primaria della Nuova Caledonia, in particolare esso vive nel sud dell’isola di Grand Terre, sull’isola di Kotomo e a Isle of Pines. E’ un animale notturno, durante il giorno riposerà sul vetro della vostra teca oppure sulla vegetazione e sarà molto attivo le ore serali- notturne e la mattina presto. Se cerchi un sauro da osservare durante il giorno, questo animale non fa per te. E’ un geco agile e abilissimo nel salto e riesce a compiere balzi da un ramo all’altro con grande rapidità. Gli esemplari adulti misurano generalmente 20-25 cm di lunghezza coda compresa, per un peso variabile tra i 30 e i 50 g. La testa è di forma triangolare ed è “appiattita” in senso dorso-ventrale; spiccano in essa i grandi occhi di colore variabile con pupilla verticale e privi di palpebre.

Morfologia


Il ciliatus presenta inoltre delle “sacche” di deposito del calcio, usate come riserva, facilmente osservabili sul palato nella bocca. Le zampe possiedono cinque dita dotate sia di lamelle sub-digitali, che permettono al geco di arrampicarsi anche sulle superfici più lisce. La variabilità cromatica è davvero notevole, e si stanno selezionando esemplari dalla colorazione sempre più definita. Il colore del geco cambia poi a seconda di fattori ambientali, quali umore, temperatura, stress, e del momento del giorno, presentandosi chiaro di giorno mentre il geco riposa (fire down) e assumendo colori davvero accesi la notte (fire up). La coda ha una lunghezza pari quasi a metà delle dimensioni totali dell’animale, è semiprensile e termina anch’essa con lamelle adesive sulla parte ventrale. In natura la maggior parte degli esemplari osservati è priva di coda: una volta staccatasi per autotomia, infatti, non viene rigenerata come accade invece in altre specie.
Il dismorfismo sessuale è molto accentuato e riconoscere il sesso degli individui adulti è piuttosto semplice: i maschi presentano infatti alla base della coda due grossi bulbi sporgenti che contengono gli emipeni, che ovviamente mancano nelle femmine; sono osservabili anche pori femorali negli esemplari di sesso maschile. Entrambi i sessi presentano inoltre una coppia di squame modificate visibili ai lati della cloaca, di dimensioni maggiori nei maschi.

Terrario

Trattandosi di un animale arboricolo il terrario dovrà essere a sviluppo prevalentemente verticale, preferibilmente con un lato interamente in rete. Per una coppia o un trio adulto mi sento di consigliare 60 x 40 x 60h cm, arredato con piante (vere o finte), cortecce tubolari nelle quali possano nascondersi, e tronchi sui quali possano arrampicarsi.

Naturalmente le misure per esemplari giovani dovranno essere in proporzione più piccole, si corre infatti il rischio che un animale piccolo in un terrario enorme faccia fatica a trovare cibo e deperisca in fretta. Per esemplari giovani consiglierei un faunabox sterile, con carta assorbente inumidita come fondo, un paio di nascondigli, una piantina finta e qualche rametto. Per quanto riguarda la temperatura, il geco ciliatus sopporta bene le nostre temperature casalinghe. La fascia ottimale di temperatura è dai 24 ai 30 gradi. Se non riuscite e tenere queste temperature potrete aiutarvi con un tappetino riscaldante da collocare su un lato verticale del terrario. Ovviamente non dovrà essere collocato a contatto con il geco. Dotatevi di sonda e termostato per far si di non superare i 30 gradi. Durante la stagione invernale, con l’abbassamento delle temperature, se non usate un tappetino riscaldante, porterà il vostro geco in un periodo di letargia che prende il nome di bruma,

La Bruma

In questo periodo l’animale è molto meno attivo, resta rintanato gran parte del tempo e si alimenta pochissimo. Durante questa fase lo stato di salute del geco va comunque regolarmente monitorato, per intervenire tempestivamente ripristinando gradualmente la temperatura ottimale in caso di osservazione di fenomeni anomali come l’eccessivo dimagrimento dell’esemplare: in condizioni ottimali infatti, sebbene l’assunzione di cibo da parte del geco sia molto ridotta, non si riscontrano grandi perdite di peso.

Durata della Bruma


La bruma, che in cattività generalmente inizia ad Ottobre-Novembre e termina a Febbraio-Marzo, non danneggia in alcun modo individui sani, anzi, è consigliata se si vuole riprodurre il ciliatus, in quanto questo periodo di “stop metabolico” seguito poi dall’aumento delle ore di luce, delle temperature e dell’umidità relativa all’inizio della stagione riproduttiva, stimola notevolmente la riproduzione dell’animale.
La bruma non è indispensabile se non si intende tentare la riproduzione del ciliatus, e può essere evitata mantenendo la temperatura ottimale nel terrario con un tappetino riscaldante. Per quanto riguarda l’umidità, essa dovrà essere compresa tra il 60% con picchi dell’80% in fase di nebulizzata serale. È bene nebulizzare non soffermandosi solamente sul substrato, ma insistendo soprattutto sulle foglie, perché è leccando le goccioline che si formano su di esse che il geco si disseta.

Un terrario arredato in maniera naturalistica, quindi con un substrato di torba o fibra di cocco, con l’inserimento di piante vere (preferite la sanseveria e il photos) aiutano a mantenere elevato il livello dell’umidità. Come substrato è consigliabile appunto fibra di cocco.

Per quanto riguarda l’illuminazione consiglio una classica luce bianca non scaldante ovviamente per simulare il ciclo giornaliero di luce.. Rimango invece sempre dell’idea che è consigliabile utilizzare una lampada uvb al 3-5% per fissare il calcio nelle ossa sempre durante le ore giornaliere.


Alimentazione

I gechi ciliatus sono onnivori, necessitano nelle prime fasi della loro esistenza di una dieta composta prevalentemente da insetti (grilli, blatte, bachi da seta, anche se poco mobili e difficili da far accettare, e tarme della farina, anche se più difficili da digerire per il rivestimento chitinoso)  mentre da adulti in natura non disdegnano frutta ben matura: possiamo dunque supplire offrendo all’animale omogenizzati vari (preferiscono mela e banana, gusto tropicale; assolutamente no arancia e agrumi; si può effettuare un’integrazione proteinica con omo di pollo senza sale). Si consiglia di far mangiare il geco 2-3 volte a settimana per esemplari adulti. e un giorno si e uno no per animali più piccoli. Ricordatevi di spolverare gli insetti almeno una volta a settimana, meglio anche se due, con un integratore di calcio con dentro vitamina D3. Questo è molto importante per dare al vostro geco il giusto apporto di calcio e vitamina D3 ( anche se utilizzate lampada uvb ).

Riproduzione

’allevamento del ciliatus non presenta grosse difficoltà nemmeno in questa fase. Occorre premettere che per nessuna ragione vanno tenuti due maschi assieme nello stesso terrario in nessun periodo dell’anno vista la spiccata territorialità che presentano, o si assisterà inevitabilmente a violente lotte che porteranno a ferite da morso ed autotomazione della coda da parte degli esemplari.
Si possono però tenere due o più esemplari di sesso femminile con un unico maschio senza grandi problemi, anche se mi è capitato di dover separare femmine che presentavano segni di aggressività nei confronti di altre femmine.
E’ bene aspettare che gli individui scelti per la riproduzione abbiano almeno un anno di vita, prestando attenzione che la femmina abbia raggiunto i 35g di peso corporeo.

Come inserire l’altro esemplare


Dopo aver tenuto separata la coppia durante il periodo di brumazione, a Marzo gli esemplari vanno uniti nello stesso terrario; dopo poco tempo iniziano gli accoppiamenti durante i quali il maschio sale sul dorso della femmina spesso mordendola in corrispondenza del collo. In questo periodo non è raro udire delle vocalizzazioni da parte dei due esemplari.
Una volta avvenuto l’accoppiamento, dopo tre o quattro settimane la femmina depone due uova (talvolta uno solo) di 2 cm circa, generalmente durante la notte; è importante quindi creare una zona nel terrario in cui l’animale possa deporre: utilizzo per lo scopo un contenitore per alimenti delle giuste dimensioni (quelli da me usati misurano 20cm x 20 cm x 15 cm H), riempito per 3/4 dell’altezza con della torba umida e con un foro sul coperchio in modo da permettere alla femmina di entrarci e di scavare per la deposizione.
Ovviamente se il terrario presenta un set-up naturalistico la femmina non necessariamente depone all’interno del contenitore fornito: per questo consiglio, se si intende tentare la riproduzione, di utilizzare solo carta assorbente come substrato nel terrario, in modo che il geco deponga istintivamente nel contenitore con la torba, facilitando le operazioni di ricerca e di recupero delle uova.
Si sente spesso dire che il ciliatus depone sulla carta assorbente se le uova non sono fertili: posso dire quasi con certezza che ciò non è vero, poiché sei delle otto uova deposte dalle mie femmine al di fuori del contenitore con la torba durante il 2005 sono giunte alla schiusa senza problemi; le due rimanenti purtroppo erano già state gravemente danneggiate dai gechi stessi prima che potessi prelevarle dal terrario.

Quando e durata riproduzione

I ciliatus se lasciati a coppie si riproducono tutto l’anno anche durante i mesi più freddi; il mio consiglio è di far deporre la femmina non più di 6-7 volte durante l’anno separandola dal maschio dopo l’ultima deposizione; le femmine di ciliatus smettono infatti di deporre in assenza di un maschio, a differenza di femmine di altre specie che depongono uova sebbene non sia avvenuto alcun accoppiamento.
Una volta divisi, gli esemplari vanno nutriti regolarmente per circa un mese dopo l’ultima deposizione in modo che possano recuperare le energie spese durante la stagione riproduttiva. Così facendo saranno pronti ad affrontare la bruma durante i mesi freddi (normalmente da Novembre a Febbraio) senza rischi per la salute; in questo periodo gli animali potranno così “riposarsi” in vista della stagione successiva.
Terminata la fase di letargia verso Febbraio, in concomitanza con il rialzo delle temperature e con l’aumento delle ore di luce, vengono ripristinate le normali razioni di cibo; prima di riunire i riproduttori occorre aspettare circa un mese, in modo che abbiano tempo di recuperare l’eventuale peso perduto durante la brumazione.

Problemi della gestazione

Capita talvolta che la femmina abbia problemi durante la gestazione, e non riesca a deporre le uova: questa patologia prende il nome di distocia e può portare alla morte dell’animale. Inutile dire che le femmine che non riescono a deporre devono essere tempestivamente portate da un veterinario, che provvederà ad indurre farmacologicamente la deposizione o opererà il geco per estrarre le uova.

Incubazione delle uova

una volta avvenuta la deposizione, occorre per prima cosa preparare il contenitore che ospiterà le uova fino alla schiusa; io utilizzo delle scatolette trasparenti utilizzate solitamente nei supermercati per contenere i prodotti gastronomici: costano poco all’ingrosso, possono essere sigillate e consentono il regolare controllo delle uova senza dover essere aperti ogni volta.
Le vaschette vanno forate con uno spillo per garantire un minimo di circolazione dell’aria; alcuni allevatori non praticano i fori e si limitano ad aprire settimanalmente la vaschetta per il ricambio d’aria.
È ovviamente necessario inserire nel contenitore un sub-strato su cui appoggiare le uova stesse: i materiali più utilizzati allo scopo sono vermiculite, perlite, torba o vermiculite e perlite miscelati; personalmente trovo che la vermiculite sia perfetta per ottenere la schiusa.

Come preparare

Il sub-strato deve essere tenuto sempre umido: occorre quindi aggiungere dell’acqua prima dell’inserimento delle uova, secondo il rapporto di 1 (peso del sub-strato) : 1 (peso dell’acqua) nel caso si utilizzino vermiculite o torba, oppure di 2:1 se si utilizza perlite.
Preparata la scatola per l’incubazione le uova possono essere prelevate delicatamente dal sito di deposizione: nel fare ciò bisogna prestare attenzione a non capovolgerle o ruotarle, o gli embrioni contenuti in esse potrebbero morire; prese con cautela, le uova devono essere trasferite sul sub-strato nella vaschetta, chiudendola poi con il relativo coperchio.
Ovviamente il sub-strato tende a disidratarsi col tempo, specialmente se la scatoletta è stata forata; occorre quindi inumidirlo regolarmente a seconda delle necessità, prestando attenzione a non bagnare direttamente le uova che potrebbero danneggiarsi.

Suggerimenti


Un metodo meno empirico consiste nel pesare il contenitore appena sigillato registrandone il peso totale iniziale; la scatoletta deve essere poi frequentemente controllata e pesata per calcolarne le eventuali variazioni di peso, che indicano la quantità di acqua evaporata e che deve quindi essere aggiunta.

La vaschetta contenente le uova deve essere sistemata in un’incubatrice che mantenga la temperatura ottimale che va dai 22°C ai 27°C. Le uova aumentano di volume in modo sensibile soprattutto dopo il primo mese di incubazione ed impiegano mediamente tra i 70 e i 100 giorni a schiudere a seconda della temperatura di incubazione.
A differenza di altre specie, sembra che nel ciliatus il sesso dei nascituri non sia legato alla temperatura di incubazione, anche se incubando le uova al di sotto dei 24°C pare aumentino le probabilità di ottenere individui di sesso femminile.
Durante il 2005 ho tenuto tutte le uova a temperature minime di 23°C e massime di 24°C con tempi di schiusa variabili tra i 77 e gli 84 giorni ottenendo un discreto numero di femmine (non posso quantificare con precisione perché alcuni baby sono stati ceduti prima di un possibile sessaggio).
Osservando le statistiche effettuate da grandi allevatori pare che i maschi impieghino generalmente meno di 80 giorni a nascere, mentre le femmine più di 80-90.

Allevamento dei baby

al momento della nascita gli esemplari baby misurano circa 7cm di lunghezza e hanno un peso medio compreso tra 1g e 2g; il loro allevamento non differisce molto da quello degli adulti.
I giovani ciliatus iniziano ad alimentarsi generalmente dopo 3-5 giorni di vita, cioè una volta che hanno completamente assorbito il sacco vitellino. Fino alla comparsa dei caratteri sessuali possono essere tenuti diversi esemplari della stessa taglia nella medesima struttura, anche se consiglio di allevarli separatamente in modo da poter monitorare facilmente la quantità di cibo assunta e lo stato di salute di ogni individuo.
Un piccolo fauna-box (io utilizzo contenitori di 20cm x 15cm x 15-20cm H) con carta assorbente come sub-strato e qualche ramo è perfetto per un esemplare baby.
Alimento i piccoli tutte le sere solo con prede vive fino a quando superano i 10 cm di lunghezza, integrando con Ca e vitamina D3 ogni 4-5 giorni; oltrepassati i 10 cm inizio poi a somministrare i pasti a giorni alterni con una sola integrazione settimanale. Fornendo solo cibo vivo nei primi mesi di vita,ho infatti notato che i giovani ciliatus crescono più velocemente e diventano più robusti.

Cosa mangiano i baby

Quando raggiungono all’incirca i 14 cm di lunghezza sostituisco un pasto a base di insetti con il preparato a base di omogeneizzato ed inizio a seguire le stesso schema di alimentazione adottato per gli adulti; i ciliatus normalmente evitano di cibarsi dell’omogeneizzato le prime volte che gli viene somministrato, ma imparano a mangiarlo senza problemi durante la crescita. L’umidità deve essere mantenuta piuttosto alta nebulizzando mattina e sera durante i primi giorni di vita, in cui il geco muta varie volte.
In inverno bisogna provvedere a riscaldare i piccoli se le temperature scendono troppo; per farlo io utilizzo una piastra riscaldante posta sotto i fauna-box.
In condizioni ottimali i giovani ciliatus crescono rapidamente e attorno ai 4-6 mesi di vita iniziano a svilupparsi le sacche degli emipeni nei maschi; prima dello sviluppo dei caratteri sessuali è però molto difficile il sessaggio gli individui di questa specie.

Blocco della crescita: causa e rimedi


Talvolta in alcuni esemplari di ciliatus si osserva, nonostante i parametri di allevamento siano ottimali, un temporaneo blocco della crescita che può anche protrarsi per diversi mesi, seguito poi da un periodo di “crescita esplosiva” , con incremento rapidissimo del peso e delle dimensioni corporee.

Danilo Fiorini

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