Pitone reale ( Python regius ) – Scheda allevamento, suggerimenti e consigli. La guida completa

Pitone reale ( Python regius ) – Scheda allevamento, suggerimenti e consigli. La guida completa

Il Python regius, è anche noto come pitone reale o pitone palla, per la posizione di difesa peculiare che assume quando si sente minacciato: esso infatti avvolge le spire a protezione della testa che occupa il centro della “palla”. E’ comunque un animale molto docile e passerà la maggior parte del tempo dentro la sua tana. Diffuso soprattutto in Africa centro occidentale, è uno dei serpenti più indicati per un neofita, sia per quanto riguarda la dimensione che non è proprio piccolissima ma neanche eccessivamente grande e sia per il suo carattere non aggressivo. Non è aggressivo semplicemente per il fatto che quando si sente minacciato difficilmente vi attaccherà e morderà ma semplicemente si chiude a ” palla “. La dimensione di un esemplare adulto femmina è di massimo un metro e ottanta per 4kg, rimanendo comunque di dimensioni generalmente più contenute ( 2,5 kg ). I maschi rimangono sensibilmente più piccoli, intorno a 1,5 kg.
Il pitone reale è anche famoso per avere periodi fisiologici di sospensione volontaria dell’alimentazione.




Terrario

Per esemplari baby si consiglia un terrario di ridotte dimensioni, 30x40x20 mentre per un esemplare adulto è consigliabile un terrario o una vasca da 80x60x30. Sono rettili terricoli quindi il terrario dovrà essere sviluppato in larghezza. Il terrario dovrà essere provvisto di un nascondiglio. Per quanto riguarda il calore, esso dovrà essere fornito con tappetini o cavetti riscaldanti posti esternamente alla teca. Quindi niente lampade scaldanti. Il terrario dovrà avere una zona calda e una fredda. Nella zona calda si dovranno avere 31-32°C mentre in quella fredda 27-28°C. Ovviamente usate un termostato con sonda per far si che la temperatura sia sempre sotto controllo.

L’umidità ottimale è intorno al 60% e per ottenere questi valori si può posizionare la vasca dell’acqua (che non dovrà mai mancare) più o meno vicino alla fonte di calore per aumentare l’evaporazione. Quando sta per iniziare la muta è consigliabile portare l’umidità al 70-75%. Per far questo basterà nebulizzare il terrario con acqua 1-2 volte al giorno.
Come in altre specie i baby mutano più frequentemente degli adulti. Un baby ben alimentato muterà una volta ogni 25-30 giorni, mentre un adulto ogni 40-50 giorni. Chiaramente nei famigerati periodi di stop anche la muta avviene meno frequentemente. Come substrato è consigliabile usare truciolo di faggio depolverato o corteccia di pino. Evitate pietre, sabbie o trucioli di legno non identificato.

Alimentazione

Il P. regius in cattività si nutre di roditori di dimensioni adeguate alla sua taglia, rispettando la famosa regola del 20% circa del peso corporeo del serpente come parametro per stabilire il peso della preda da offrire.
In ogni caso i pitoni reali baby NON mangiano pinky di topo, che sono troppo piccoli e nella quasi totalità dei casi non vengono riconosciuti come preda.
Meglio una preda del peso adeguato che 2 o più prede di peso cumulativo uguale.
Roditori dei generi Mus (topo), Rattus (ratto), Praomys (topo mucca), Meriones(gerbillo) sono i più usati come alimento per questa specie, anche se le ultime due specie sono usate per lo più per “sbloccare” gli animali inappetenti. Per quanto riguarda il decongelato difficilmente il vostro pitone reale lo accetterà. Dovrete munirvi di tanta pazienza e usare diverse strategie come ad esempio scaldare bene la preda prima di servirla con la pinza. Il vostro pitone adulto mangerà ogni 7-10 giorni mentre il baby ogni 4-5 giorni.
Come abbiamo scritto sopra, i reali potrebbero, periodicamente, andare incontro a lunghi periodi di digiuno. Le cause sono molteplici e una volta assicuratisi che le condizioni di stabulazione sono perfette, che l’animale non sia in muta, non sia un maschio adulto in amore (verificabile dalla presenza di sperm plugs in cloaca), non sia una femmina gravida non resta che provare a variare l’alimento o aspettare.
Talvolta anche l’aver spostato l’animale in un terrario più grande provoca lo stop!!!

Riproduzione

Ora passiamo alla riproduzione. Non è difficilissima ma ha bisogno di essere molto preparati. Ovviamente prima di tentare la riproduzione occore avere due esemplari sessualmente maturi e in salute. Si consiglia di fare un sessaggio con la tecnica del popping.
Con il popping oltre stabilire il sesso dell’animale, si controlla lo stato degli emipeni e la presenza di sperm plugs, cioè di sperma coagulato che riempie le sacche formate dagli emipeni invaginati in stato di riposo e che è indice di una attiva produzione spermatica.
Il peso dei riproduttori è importante ai fini del successo riproduttivo: i maschi dovranno pesare almeno 500-600g, mentre le femmine almeno 1500g.
Lo stato di nutrizione è importante ai fini del corretto sviluppo follicolare e successiva ovulazione, una femmina magra non svilupperà follicoli (anche se accoppiata) e se li sviluppa gli stessi si bloccheranno e saranno poi riassorbiti.
Partendo dunque da riproduttori ideali per stimolare la spermiogenesi e lo sviluppo follicolare ( rispettivamente in maschio e femmina) occorre il ciclaggio, ossia una modificazione delle temperature in funzione delle ore del giorno e della notte. Inizieremo queste modifiche di temperatura verso Novembre facendo scendere la sola temperatura notturna, gradualmente, a 25-26 gradi. Ovviamente ancora non inserite i due esemplari nella stessa teca. Per quanto riguarda l’alimentazione, durante la riproduzione, avverrà con prede leggermente inferiori come taglia.

Durata riproduzione



Dopo 3 settimane di ciclaggio si introduce il maschio nella femmina (c’è anche chi fa il contrario con maschi timidi) e nel migliore dei casi dopo poche ore il maschio è già sulla femmina che la corteggia. Dopo 24h se i due animali sono in lati diversi della vasca si separano e si riprova dopo qualche giorno. Una volta che l’accoppiamento è avvenuto ( può durare anche 24h) i riproduttori vanno separati e nutriti. In teoria un solo accoppiamento è sufficiente ai fini della fecondazione, ma è anche vero che ripetuti accoppiamenti stimolano lo sviluppo follicolare. Si consiglia pertanto di accoppiare i due riproduttori ogni 20 giorni e non più spesso, per evitare stress eccessivi al maschio.


Per stimolare il maschio è consigliabile introdurlo nel box della femmina appena questa abbia effettuato una muta, per la maggiore scia odorosa presente.
Durante lo sviluppo follicolare la femmina predilige le parti fredde della teca, sostando spesso in acqua per abbassare la sua temperatura corporea. l’appetito può essere capriccioso e si può manifestare una certa aggressività.
Quando i follicoli hanno raggiunto i 3,5 – 3,8cm di diametro avviene l’ovulazione, momento in cui la femmina appare enormemente dilatata, come se avesse assunto un pasto abbondante. Tale gonfiore caratteristico permane soltanto per 24 ore. Avvenuta l’ovulazione la femmina cambia preferenze termiche e sosta sempre in zona calda, spesso a pancia all’aria, probabilmente perchè in tale posizione il peso delle uova si sente meno. E’ opportuno allora eliminare l’escursione notturna e tornare alle temperature pre-ciclaggio, facendo in modo che la tana sia a 31-32 gradi costanti.
Dopo 15 giorni dall’ovulazione la femmina effettua una muta detta “post ovulatoria” che segna un passo importante. Dopo circa 30 giorni da tale muta infatti (26-34 in genere) avviene la deposizione. Le uova (generalmente in numero di 3-12) sono protette dalla femmina che si acciambella intorno alle stesse per tutto il tempo necessario alla schiusa.
Per l’incubazione si preferisce affidare le uova ad un’ incubatrice che oltre che assicurare una percentuale di schiusa maggiore (possiamo monitorare meglio i parametri), permette alla femmina di riprendere a mangiare. bisogna considerare infatti che le femmine non mangierebbero per l’intera durata dell’incubazione, mettendo a dura prova il loro organismo già provato dalla gravidanza.
L’incubazione deve essere effettuata a 31,5°c +/- 1°C, con l’80% di umidità e dura circa 60 giorni, al termine dei quali emergono dei piccoli che alla nascita pesano sui 70-90 grammi.
Come substrato di incubazione si può usare vermiculite, perlite, fondo vivo, o griglie plastiche (metodo senza substrato).
Le uova vanno prelevate dalla femmina stando attenti a non farle rotolare: in questo siamo aiutati dalla natura che fa si che le uova asciugandosi all’aria una volta deposte aderiscano le une alle altre impedendo rotolamenti accidentali. le uova infertili si riconoscono per il colore giallo, la superficie viscida, le dimensioni ridotte e dall’assenza di vasi sanguigni, evidenziabili con una comune torcia a led.
Dal momento dell’apertura dell’uovo all’abbandono del guscio possono passare anche 48 ore e i piccoli non vanno assolutamente infastiditi o forzati ad uscire, pena gravi conseguenze ed anche la morte degli stessi. Al momento della schiusa infatti i piccoli devono ancora riassorbire il sacco vitellino; inoltre gran parte dei vasi sanguigni che tappezzano l’interno del guscio devono ancora atrofizzarsi. Tali vasi hanno svolto la funzione di scambio gassoso con l’esterno durante tutto il periodo dell’incubazione. nuovi nati vanno quindi alloggiati in vasche singole con carta umida (non zuppa) come substrato, nascondiglio e ciotola dell’acqua, dove dopo circa 10 giorni effettueranno la prima muta, segnale che vuol dire che sono pronti ad essere alimentati per la loro prima volta.

Danilo Fiorini

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