Camaleonte pantera (Chamaeleo Furcifer pardalis) – Scheda allevamento, suggerimenti e consigli. La guida completa

Introduzione
Diffuso unicamente nell’isola del Madagascar è un camaleonte molto colorato e di dimensioni più grandi rispetto al cugino Chamaleo calyptratus. Tutti i camaleonti hanno caratteristiche anatomiche uniche tra i sauri, come il corpo compresso lateralmente, la capacità di muovere gli occhi in modo indipendente, le palpebre fuse tra loro che lasciano solo una piccola apertura rotonda, l’abilità di proiettare in avanti la lingua per catturare la preda, le dita unite tra loro per facilitare la prensione dei rami. Diversamente da altri sauri come le lucertole e le iguane, se un camaleonte perde la coda non è in grado di farne ricrescere una nuova. La sua caratteristiche è il cambio di colore del loro corpo. Contrariamente a quanto si pensa, non lo fanno per mimetizzarsi, bensì questo cambiamento di colore avviene per esprimere il loro stato emotivo e in base alla temperatura dell’ambiente. Raggiunge dimensioni piuttosto grandi, trai 38 e i 42cm. La durata media è di 5-7 anni per un maschio e 2-3 anni per una femmina. Per questo che in commercio le femmine sono molto più rare.
La maturità sessuale viene raggiunta a 6-7 mesi di età, più raramente a 5 in cattività. La femmina può deporre da 5 a 8 covate, ciascuna con 10-40 uova. Il tempo di schiusa è relativamente lungo e va da 5 a 14 mesi. prima di acquistare uno o più F. pardalis sarà bene che vi chiariate cosa intendete farci, se infatti cercate solo un “pet” dovrete necessariamente scegliere un maschio che vi garantisce una vita più lunga, una “presenza” più visibile ed, indubbiamente, una maggiore resistenza agli “strapazzi”. Se volete un maschio vi consiglio di evitare di acquistare baby, acquistate esemplari sub adulti di 7-10 mesi, così sarete sicuri che la colorazione è quella e non cambierà con la maturità sessuale e che in effetti sia un maschio.
TERRARIO
L’ambiente in cattività deve replicare quanto più possibile quello naturale. Per i camaleonti i terrari in vetro non vanno bene, dobbiamo optare per terrari in rete sviluppati in altezza. Per un adulto è consigliata una dimensione minima di 70x60x100 di altezza. Raggiunta la maturità sessuale, ogni camaleonte va tenuto singolarmente, per evitare lotte e stress. Questi rettili, infatti, sono molto territoriali e aggressivi.
All’interno del camaleontario vanno inserite numerose piante non tossiche, ad esempio photos, ibisco, schefflera, ficus, dracena. Le foglie forniscono nascondigli, indispensabili per ridurre il livello di stress, e aiutano a mantenere elevata l’umidità. L’ambiente deve essere ben fornito di rami su cui arrampicarsi, saldamente fissati. E’ consigliabile non usare nessun tipo di substrato per evitare che possa essere ingerito. Il fondo migliore è rappresentato da carta assorbente o fogli di giornale. E’ indispensabile offrire molta umidità al vostro camaleonte. Di base è utile vaporizzare a mano, o automaticamente, il terrario almeno mattina e sera, aggiungendo un gocciolatoio che funzioni almeno per una mezz’ora al giorno e che i camaleonti adulti useranno come principale fonte d’acqua (sconsigliato invece per i baby sotto il mese di vita per i quali può essere fatale… annegano letteralmente in una goccia d’acqua).
Illuminazione e temperatura
Nel terrario dovremmo collocare due tipi di lampade. Una infrarossi che fornisce il calore di cui i rettili hanno bisogno e una UVB, indispensabile per il metabolismo del calcio. Mi raccomando di mettere le lampade fuori il terrario in rete oppure protette da una rete nella parte più alta del terrario, il vostro camaleonte potrebbe scottarsi se andrà in contatto con esse.
Per permettere al camaleonte di regolare adeguatamente la propria temperatura corporea, come per altri rettili è necessario creare all’interno del camaleontario un gradiente di temperatura, vale a dire che si deve creare un’adeguata differenza di temperatura tra le varie parti del terrario in modo che l’animale scelga quella più adatta alle sue esigenze del momento. Per il F. pardalis la temperatura media riscaldante, deve arrivare a 30-32°C.
La notte la lampada riscaldante può restare spenta, se la temperatura non scende sotto i 10°C, in caso contrario si deve lasciare una fonte di calore anche di notte, ma senza emissione di luce, ad esempio una lampada di ceramica o una lampada a infrarossi. Tra la temperatura diurna e quella notturna vi deve essere una differenza di circa 10°C.
Alimentazione
C’è poco da dire per l’alimentazione. I giovani esemplari mangiano piccoli grilli e drosophila, mentre gli adulti mangiano grilli a quantità esagerata, mosconi, locuste e camole. E’ molto interessante osservare come il vostro camaleonte tiri fuori la sua lunga lingua per afferare gli insetti.
L’apporto di calcio è fondamentale ad ogni stadio di vita: lo si somministrerà spolverando gli insetti con appositi integratori in polvere (che contengono carbonato di calcio). Se non fate uso di lampade UV ed il camaleonte non ha possibilità di prendere direttamente il sole dovrete usare calcio addizionato con vit D3, in caso contrario basterà solo il calcio. I neonati ed i giovani riceveranno l’integratore a giorni alterni, mentre per gli adulti basterà 1-2 volte alla settimana, la dose maggiore per le femmine che stanno preparandosi a deporre le uova. Integrazioni con altre vitamine sono assolutamente inutili, se non dannose, al limite se ne potranno fornire un po’ alle femmine ovigere nel periodo riproduttivo. Le vitamine del complesso B possono essere usate come coadiutrici negli eventuali periodi di inappetenza.
Il contenitore per il cibo rappresenta sempre un’incognita, infatti alcuni camaleonti si rifiuteranno di mangiare le prede in esso contenute “pretendendo” di cacciarle libere per il terrario (cosa facile se parliamo di locuste o mosconi, ben difficile per le camole della farina), mentre altri lo useranno in maniera abitudinaria fino a renderlo un vero punto di riferimento per l’attività trofica. I miei esemplari hanno anche dimostrato una certa preferenza per contenitori appesi in alto, piuttosto che posati per terra, e per colori naturali. E’ sempre poco indicato l’uso di contenitori trasparenti perchè il camaleonte può accanirsi a lanciare la lingua sulla preda lateralmente, incontrando i bordi del recipiente anzichè l’insetto desiderato. Mi raccomando di nebulizzare spesso il terrario, in quanto il vostro pardalis si idrata e beve leccando le goccioline che cadono dalle foglie, non amano acqua ferma come quella che potrebbe stare dentro una ciotola. E’ importante usare un gocciolatoio in modo tale che se vi scordate di spruzzare acqua il vostro camaleonte non rischierà di non poter bere.
Riproduzione
Può essere molto facile ma al tempo stesso molto difficile far accoppiare due pardalis. Le cause di un mancato accoppiamento potrebbero essere : incompatibilità di carattere, taglie differenti, la femmina non va in estro, la femmine soffre di distocia e trattiene le uova. Le femmine di questi camaleonti sono delle vere macchine riproduttive e possono avere un’ovulazione ogni 40 giorni
L’accoppiamento segue fasi rituali prevedibili: il maschio si avvicina muovendo la testa con scatti alto/basso, se la femmina è ricettiva starà tranquilla e si limiterà a deambulare per i fatti suoi (se invece si appiattisce, diviene scura e soffia è meglio allontanarla subito). In un lento inseguimento il maschio si porta sopra la femmina e cerca di trattenerla afferrandole la schiena con una zampa anteriore, a quel punto se le stazze dei due lo consentono tenterà un avvicinamento delle cloache ed estrofletterà uno dei due emipeni per accoppiarsi. In questa posizione la coppia può permanere anche per 15-30 minuti, veri funanboli dell’amore. Al termine i due si separano e per un po’ si ignoreranno, per poi ripetere tutto il rituale altre volte. In questo periodo la femmina continua ad alimentarsi, mentre il maschio ha altri fini e digiunerà per qualche giorno.
Il periodo d’estro dura circa 7-10 giorni, naturalmente si accorcia se permettete l’accoppiamento dal suo inizio. Una volta fecondata la femmina non vorrà più vedere il maschio e sarà bene assecondarla. Nei giorni che seguiranno sarà più nervosa e guardinga, nutrendosi comunque abbondantemente, questo è il solo periodo della sua vita in cui un blando supplemento vitaminico può risultare utile (che sia blando!) mentre il calcio sarà assolutamente necessario.
Durata riproduzione
A distanza di circa 4 settimane comincerà il periodo degli scavi: questo sarà tanto più anticipato e lungo quanto più la femmina è inesperta. Poichè la prima condizione per evitare una ritenzione delle uova è quella di fornire un contenitore adeguato vi consiglierei di fare come me dedicando un grosso vaso in plastica a questo scopo (diametro 40 cm, con terriccio sterile o torba ben pessati alti 40 cm). I bordi esterni del vaso saranno resi anti-fuga arrotolando una lamina di PVC trasparente verde opaco. Nella terra è utilissimo piantare dei pezzi di corteccia di sughero diagonalmente perchè in natura questi camaleonti preferiscono deporre contro le radici/tronco di un albero… inoltre preverranno crolli delle gallerie.
La camaleontina, se inesperta, inizierà ed abbandonerà molti scavi, protraendo le sue fatiche anche per una settimana; dopo alcune covate invece intraprenderà un unico ed efficientissimo scavo solo poco prima di deporre. La buca è profonda e le uova spesso saranno ritrovate “incastonate” nella corteccia di sughero. Lasciate che la femmina, al termine della deposizione, ricopra completamente la buca fatta e riprenda la sua normale attività di “gironzolamento” prima di allontanarla dal vaso, in caso conrario sarà super stressata ed aggressiva, e cercherà di coprire le presunte uova mimando le operazioni di scavo al contrario… anche in assenza di terra!
Nel periodo dello scavo si dovrà comunque dotare il vaso di uno spot che permetta alla femmina di scaldarsi, e badare a mantenere un’elevatissima idratazione. Alcune femmine accetteranno comunque qualche preda, mentre le più preferiranno digiunare.
Fine deposizione
A fine deposizione la femmina andrà un po’ “coccolata” per qualche giorno, fornendole da bere acqua arricchita in sali minerali (es una miscela 1:1 con gatorade, o analogo integratore), cibo abbondante, vario e nutriente, e pace assoluta. Dopo circa una settimana sarà a tutti gli effetti fuori pericolo e potrà tornare alla vita di sempre. Probabilmente vi deporrà più covate successive anche se non la farete più accoppiare col maschio (per ritenzione spermatica), tuttavia, col sopraggiungere dell’autunno cercate di farle sentire la stagione “fredda” in modo che si “fermi” e non muoia per le troppe riproduzioni! A me è riuscito limitando al minimo le spruzzate e non incrementando l’irradiazione del terrario in concomitanza col raffreddamento autunnale che precede l’accensione dei caloriferi di casa.
Le uova andranno cercate con molta delicatezza nel vaso di deposizione, spostando poca terra per volta in modo da recuperarle possibilmente nella stessa posizione in cui sono state deposte. Questo accorgimento si rende necessario se il vostro scavo non avviene immediatamente dopo la deposizione, ma a distanza di svariati giorni, così da non capovolgere la membrana corioallantoidea che l’embrione usa per respirare e che deve restare orientata verso l’alto.
Uova appena deposte invece possono essere maneggiate più disinvoltamente, ma occhio a non eliminare quella sottile sostanza unticcia che le avvolge ed ha il compito di proteggerle da attacchi batterici e fungini.
L’incubazione delle uova può seguire varie procedure, ma la più accreditata è quella che le mantiene a temperature più basse (17-22°C) per un mese, simulando l’inverno malgascio, per poi dare il vero avvio con temperature diurne di 27-28°C e notturne di 21-23°C. In questo modo la schiusa avviene in circa 6 mesi, mentre incubando le uova direttamente alle temperature alte può impiegarne fino a 8-10! La mancanza di un gradiente termico giorno-notte provoca una blanda accelerazione dello sviluppo, ma spesso compromette gran parte della covata (occhio quindi ai mesi estivi).
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